Capitolo 3: Te Ana-au (24 Marzo)
Il toponimo Te Anau è assegnato a molti luoghi: la città, il lago e le grotte che a tutto ciò hanno dato nome. Nome il cui significato è “Le grotte dalle acque vorticose”.
Secondo una leggenda maori il capo Te Horo, scoperta una sorgente sacra, era partito per la caccia dopo aver chiesto alla moglie di non rivelare a nessuno la presenza di quel luogo. Stregata dall’incanto delle acque, la moglie infedele decide di portare il suo amante alla sorgente, scatenando così la furia delle acque, che distruggono il villaggio e formano il lago Te Anau. La memoria di questa sorgente, conosciuta anche dai primi esploratori europei,  si perde con il passare dei decenni, finché, a metà del XX secolo, un tour operator locale, tal Lawson Burrows, incuriosito da questa leggenda, decide di esplorare le rive del lago. Dopo tre anni di vane ricerche nel 1948 si imbatte in un torrente che esce vorticosamente dalla montagna. Scivola quindi nelle fredde acque e si insinua nei passaggi rocciosi, scoprendo così di nuovo le caverne Te Anau.
L’acqua che scorre sottoterra, resa acida dall’anidride carbonica disciolta dalle foreste sovrastanti, erode molto rapidamnte il calcare che forma lo strato roccioso e forma un ambente ideale per il glowworm.
Questo strano insetto ha un ciclo di vita curioso. Lo stato adulto, curiosamente simile ad una zanzara, è privo di mezzi per il sostetamento. Vive quindi solo poche ore, che dedica al’accoppiamento ed alla deposizione delle uova. Alla schiusa di queste, esce una larva, unico stato in cui l’animale si nutre. Il nutrimento viene procurato con una ingenosa trappola biochimica. La larva prepara delle sorta di lenze appese al soffitto della parete, e coperte da un potene veleno paralizzante. Emettendo luce con un proceso simile a quello delle lucciole, attira altri insetti verso la lenza. Questi vengono invischiati e paralizzati, e la larva è quindi in grado di recuperare la lenza e mangiarsi la preda con un meccanismo simile a quello dei ragni.
Dopo nove mesi di abboffate, la larva si trasforma in pupa. Le femminie, prima d uscire, iniziano ad emettere una forte quantità di luce per attirare i maschi, ed il ciclo ricomincia. Unico predatore è una specie di ragno immune al veleno paralizzante della larva. In carenza di cibo, inoltre, si mangiano allegramente tra di loro.
Molto interessante, direte, ma dunque? Bhe, le caverne sono visitabili, ed hanno un notevole fascino, specie per i giochi d’acqua che si sono formati naturalmente al loro interno. Inoltre, le colonie di glowworm formano una sorta di cielo stellato molto affascinante, e con una luce che, dopo un po’ di ambientamento al buio, è sufficiente a percepire i dintorni. Chi è stato in grotta sa che, invece, l’oscurità è totale.
Vista la giornata che ci aspetta, cena leggera al Redcliff a base di Lepre selvatica.